L’eterna luce che tutto pervade…

Era un giorno di festa. Uno come tanti in realtà, ma la gente per le strade era particolarmente contenta e frizzante. La piccola attrice santa decise che era la giornata perfetta per fare un giro in bicicletta.

Allora si vestì a puntino, si acconciò i capelli comme il faut, scese in garage dove teneva la sua bicicletta rosa, uscì dal cancelletto di casa e iniziò a respirare l’aria della primavera pedalando leggera.

Quel giorno la piccola attrice santa era triste.

Aveva pianto tanto, tanto, tanto (era ancora molto piccola e particolarmente emotiva).

Sua mamma poverina aveva cercato di consolare il suo cuore infranto, ma non c’era stato niente da fare… la piccola attrice santa era molto triste, di una tristezza piena di nostalgia.

Di solito la piccola portava degli occhialini tondi con le lenti rosa, diceva che le lenti rosa le facevano vedere la realtà per come era davvero e i folletti si vedevano meglio, sosteneva con convinzione.

Quel giorno niente occhialini. Solo un velo di lacrime, che ogni tanto le riempivano gl’occhi e quando sbatteva le palpebre cadevano giù i goccioloni. Tutto questo avveniva senza un apparente motivo. Ogni tanto la tristezza deve esserci, diceva. “Io ho la pelle grassa e le lacrime mi fanno bene alla pelle”, per esempio.

Mentre pedalava non aveva pensieri, si sentiva sospesa. Si era lasciata andare completamente a quella sensazione di nostalgia e dolore. Era un dolore antico. Tutto femminile. Era inutile cercare di spiegaselo, più cercavi di razionalizzare la cosa, più la cosa diventava strana, assumeva forme paranoiche e… perdeva la sua purezza.

“Chi ha detto che un santo non pianga la tristezza?” Pensava…

“Chi ha detto che un emozione come questa valga meno della felicità, della gentilezza e della gioia? Chi lo ha detto vorrei sapere? Io sarò pure ancora molto piccola, ma non per questo ho delle nostalgie piccole. Tristezza di poco conto, che si possono benissimo far finta di non avere. Fingere una santità fatta tutta di atteggiamenti preconfezionati. Chi non è capace di mostrarsi vulnerabile non è davvero santo!”

Pensava la piccola mentre pedalava verso il mercato dei fiori (era sabato).

In quel momento la piccola vide nel marciapiede di fianco la sua pista ciclabile una vecchia signora in carrozzina. Era senza una gamba.

La vecchia signora la guardò timidamente, quasi vergognandosi. Si sistemò i capelli con un gesto automatico, timoroso di sembrare in disordine. Allora la piccola quasi si sentì mancare per l’emozione, ma ebbe la prontezza di fermare la sua corsa, scendere dalla bici e avvicinarsi alla vecchina per domandarle cosa facesse lì tutta sola. Ella rimase in silenzio, ma iniziò a tirare fuori dalla sua borsa sotto la carrozina dei magnifici centrini ricamati a mano fatti all’uncinetto, opere d’arte meravigliose.

Alla vista di quelle mani rugose e umili che reggevano tali meraviglie, il cuore della piccola letteralmente non riusciva più a starle dentro al petto, si espandeva, si espandeva si dilatava quasi a comprendere l’intera città, l’intera nazione. Che immenso regalo la vita pensava. “Ne prendo due! Li regalerò alle mie amiche.” La vecchina dolce accennò un sorriso incredulo ed stupito, era sbalordita di essere riuscita a vendere i suoi piccoli e modesti capolavori. Fatti da mani d’amore. Mani di chi anche se non aveva nulla aveva comunque la bellezza del cuore, che era tutto. Che immensa gioia la mia tristezza, pensava la piccola, essere vulnerabile mi ha reso buona e la mia bontà ha incontrato lo sguardo della debolezza. Quanta sublime bellezza in questa forma umana e che meravigliosa forza è la debolezza!

La piccola attrice santa vibrava dall’emozione, volava. Riprese la sua bicicletta e ricominciò a pedalare, le lacrime continuavano a scenderle sul viso, la sua conversione religiosa era diventata uno stato dell’essere capace di farle raggiungere picchi di tale profondità da farla sentire ubriaca, esaltata, un pochino pazza…

Alla piccola attrice santa girava la testa, rideva…”devo sdraiarmi un pochino qui sull’erba, guardare il cielo, unire la mia anima con l’eterna Luce che tutto pervade…diventare Sua.”

to be continued…

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